Lupercalia

Lupercalia
– 13/15 Febbraio –

Lupercalia

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Le origini di Lupercalia

L’antica festa di Lupercalia si celebrava a Roma tra il 13 e il 15 Febbraio di ogni anno, seguita il 18 febbraio dalla “Februatio“. Durante questa festa si purificava la città e i suoi abitanti dall’influsso dei demoni maligni. I Lupercali erano quindi un’antichissima festa romana propiziatoria per la fertilità.
Il Sacrario del Lupercale era una buia caverna ai piedi del monte Palatino, ed al suo interno la tradizione vuole che una lupa avesse allattato Romolo e Remo, fondatori della città di Roma.

Sembra che tali consuetudini derivassero da un arcaico culto del Faunus Lupercus (o Luperco), dio oracolare dal carattere disordinato e selvaggio che veniva invocato per proteggere i campi, le selve e i pastori. Finì poi per essere identificato con il dio greco Pan, non a caso rappresentato proprio come Fauno, con corna e zoccoli di capra.

Il rituale

Il Flamen Dialis era il sacerdote che rivestiva una particolare importanza e sacralità in quanto personificazione vivente di Giove. In sua presenza i Sacerdoti Luperci sacrificavano una o più capre e un cane all’interno del Lupercale dopodichè, coperti delle pelli delle capre sacrificate, partivano dalla grotta e si riversavano nelle strade cittadine colpendo il terreno con cinghie di cuoio per buon augurio. Gli abitanti accorrevano per essere percossi, soprattutto le donne alle quali questo rito doveva donare fertilità.

I Luperci diretti da un unico Magister, erano divisi in due schiere di dodici membri ciascuna. Una schiera era costituita per antica tradizione dai Luperci Fabiani (della famiglia dei Fabi), l’altra schiera era costituita dai Luperci Quinctiales (della famiglia dei Quinti).
 Secondo altre fonti Lupercalia si legherebbe invece al culto di una divinità femminile: Juno Februata. “Giunone purificata” veniva invocata dalle donne per curare le febbri e per essere protette dutante la gravidanza e il parto.

Origine della festa di San Valentino

Si tratta di credenze e rituali pre-cristiani che il popolo di Roma fece fatica ad abbandonare, tanto che si tenevano ancora nel V secolo d.C. nonostante le critiche e i divieti mossi dai capi della chiesa, comprensibilmente preoccupati dal permanere di tali usanze pagane.
Secondo alcune fonti, proprio allo scopo di estirpare definitivamente quegli antichi riti precristiani che si tenevano alle idi di Febbraio, papa Gelasio I pensò ad una sorta di damnatio memoriae, istituendo la ricorrenza di San Valentino martire tra il 492 e il 496, sovrapponendola così a tale festa.

Ma non fu solo la Chiesa cattolica a mostrarsi ostile ai Lupercalia: lo stesso Cicerone giudicò selvagge queste riunioni. Durante la festa, le matrone di Roma e le giovani spose desiderose di avere figli andavano incontro ai colpi di frusta inferti dai Luperci, credendo che tali gesti simbolici fossero in grado di giovare alla fertilità e alla gravidanza.
Ecco perchè lo stravagante rituale ha fatto supporre che i Lupercali siano stati rituali di fecondazione simbolica, risalenti forse addirittura ad un’epoca antecedente la fondazione di Roma.

Dai Lupercalia al Carnevale

Parente lontana di quello che sarebbe poi diventato il Carnevale, la festa di Lupercalia era anche la festa di fine anno. Non dimentichiamo infatti che nel calendario romano Marzo era il primo mese dell’anno solare.
Ciò spiegherebbe anche gli aspetti più insoliti della festa del 15 Febbraio, in particolare il suo carattere gioioso e sfrenato. I suoi rituali di tipo espiatorio e propiziatorio, tipici del mese di Febbraio, rappresentano un periodo di preparazione e di purificazione in vista della nuova stagione primaverile.

Una curiosità non molto nota è il fatto che i primi mesi del calendario di Romolo prendevano il nome dalle principali divinità.
Marzo era infatti il mese Marte (dio della guerra), Aprile di Afrodite (dea dell’amore), Maggio di Maia (dea della fertilità) e Giugno di Giunone (dea della procreazione).
Anche il fatto che Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre ci ricordino, a livello numerico nel loro nome, il computo dei mesi a partire da Marzo, è un’ulteriore prova delle origini del nostro (revisionato) calendario attuale.

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