Croce

Croce

Croce celtica

Storia del simbolo della croce

Croce templare Rosslyn Chapel

La Croce viene associata con la cristianità ma non nasce, tuttavia, col Cristianesimo. Le Chiese ebraiche infatti (da cui arrivano Bibbia e Vangeli) sono sempre state tradizionalmente iconoclaste ed hanno generalmente detestato l’utilizzo del simbolo della Croce in quanto pagano.

La Croce è invece un simbolo antichissimo e universale. La sua figura originaria è inscritta in un Cerchio suddiviso in quattro quadranti.
Il Cerchio generalmente simboleggiava il Sole e la Croce in esso la ruota, che genera il movimento. È da questa forma che prende origine la Svastica, una croce di origine indiana diffusa nell’antichità greco-romana. Rispetto ad una forma più primitiva essa porta ad una geometrizzazione lineare degli archi di circonferenza.

Tra le figure geometriche antiche, la Croce è il terzo simbolo fondamentale, in quanto stabilisce relazioni con gli altri simboli: l’intersezione delle rette coincide con il Centro; genera il Quadrato e il Triangolo quando le sue estremità sono collegate tra loro da rette.
Il suo significato rispetto alla Terra è quello di rappresentare gli aspetti dinamici (i Quattro Elementi), contrapponendosi al significato del Quadrato che rappresenta la Terra nei suoi aspetti statici.

Croce templare

Croce templare

Il simbolismo mistico

La Croce diretta verso i punti cardinali è alla base dei simboli d’orientamento:

  • del soggetto in rapporto a sé stesso
  • del soggetto in rapporto ai punti cardinali terreni (orientamento spaziale)
  • e del soggetto in rapporto ai punti cardinali celesti (orientamento temporale)

In essa si congiungono Cielo e Terra, Tempo e Spazio, pertanto la concordanza dei tre orientamenti pone il soggetto in consonanza con il trascendente.

La Croce rientra in un simbolismo cosmico che mette in moto le valenze energetiche della Natura. I due segmenti rappresentano le polarità dell’esistenza.
Il segmento orizzontale rappresenta la polarità negativa, la materia, la superficie terrena che separa i due regni, quello infero da quello celeste ed ha una valenza passiva. Il segmento verticale, la polarità positiva, mette in comunicazione il mondo celeste con quello sotterraneo, perciò ha una valenza attiva collegando il basso con l’alto.

L’attivo che attraversa il passivo si ricollega all’idea di fecondità: Dio si unisce alla Dea per generare ciò che è.
Infatti il punto d’intersezione delle due braccia è il simbolo del Principio universale, dove gli opposti da antitetici diventano complementari, riducendosi armonicamente in unità. Nell’esoterismo islamico e in quello ebraico, esso è chiamato Shekinàh, Palazzo Santo, la dimora dell’Uno.

Ankh egizia

Ankh egizia o Croce ansata

La Croce nelle varie tradizioni

In Egitto abbiamo l’Ankh, la croce ansata che simboleggia la Vita.

La Croce a forma di Tau (T), molto diffusa nell’antichità fenicia e greca, e con cui più tardi i Druidi celtici rappresentarono il dio Hu, venne infine adottata da San Francesco (vedi foto sotto).
L’origine di questo simbolo è probabilmente duplice. Da una parte nella protoforma del Tau, potrebbe derivare dalla stilizzazione delle corna del toro – come quelle poste su Iside nella cultura egizia – animale simbolo della forza riproduttrice. Dall’altra potrebbe avere valenze astronomiche e naturalistiche diverse, che vanno dalla Croce equinoziale al diagramma cruciforme della Qabbalah, che rappresenta l’uomo.

Presso i celti troviamo la Croce celtica, detta anche Druidica, che rappresenta il più alto simbolo della conoscenza iniziatica degli antichi druidi, ed il massimo compendio della loro scienza. Era difatti un simbolo contemplato come sigillo del Sapere e dei Quattro Elementi della Natura che confluiscono al centro di un Cerchio, simbolo del quinto elemento, della quinta essenza: lo Spirito.

Questo emblema ha varie valenze in quanto costruito sul rapporto sacro dei Numeri. Esso rappresenta una Ruota Solare, in cui la Croce rappresenta sia i quattro punti cardinali, sia le due vie sacre che ogni popolo o individuo può percorrere.

Simbologia

I quattro punti cardinali della croce rappresentano:

_ Nord, il freddo, le prove materiali che ci temperano e migliorano, la Morte
_ Sud, con i suoi venti caldi, la buona stagione, le cose che crescono, la forza e l’età adulta
_ Ovest, il tramonto del Sole, il buio, i misteri e la saggezza dell’anziano
_ Est, dove sorge il sole, sede del potere spirituale, della luce, della nascita e della conoscenza

Le due linee che si incrociano e il loro punto di intersezione rappresenta l’equilibrio, le due vie sacre: quella orizzontale, percorribile materialmente e quella verticale, percorribile spiritualmente e che unisce la terra al cielo.

Durante l’età del bronzo, specialmente tra i Galli, la croce appare in modo frequente sulle ceramiche, sui gioielli e sulle monete.
E’ ritrovata anche in Messico, Perù e soprattutto nell’America Centrale. In questi luoghi simboleggia i quattro venti.
Sottoforma di Svastica appare moltissimo in India e più in generale nella religione Buddista, in Cina ed in Giappone, soprattutto sui piedistalli delle statue di Budda e Bodhisattva del buddismo Mahayana.
Riguardo alla Svastica ho già trattato l’argomento in un altro articolo, che puoi trovare QUI.

Tau di San Francesco

Tau di San Francesco

La Croce nel Cristianesimo

Nel cristianesimo essa rappresenta il Crocefisso, il Cristo, il Verbo, la Seconda Persona della Trinità (secondo la leggenda il legno della Croce proviene dall’Albero sorto sulla tomba di Adamo).
Compare tuttavia occasionalmente anche in forma di Tau, il cui significato in questo contesto si ricollega all’ultima lettera dell’alfabeto ebraico. La T ha il medesimo significato dell’Omega dell’alfabeto greco, ovvero il compimento della Parola Divina e la venuta del Cristo, simbolo di salvezza.
Non c’è dubbio quindi che il suo utilizzo associato ai simboli della resurrezione e della nuova vita, sia stato mescolato con la teologia degli antichi.

Ma oltre ai valori propriamente “religiosi”, nell’ambito del cristianesimo la croce ha, nelle credenze folcloristiche, un valore di forte agente apotropaico. Viene infatti spesso collocata nei campi per favorire il buon esito del raccolto e come protezione contro le forze demoniache.
Nell’iconografia Cristiana essa è divenuta il simbolo di fede più evidente e significativo, ma essa era già largamente nota nel mondo pre-cristiano e risale addirittura al Neolitico.

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