Diario di Viaggio

Diario di Viaggio

Diario di viaggio

Parlare di diari cartacei di questi tempi fa sicuramente sorridere le menti più tecnologiche, che considerano ormai sorpassato tutto ciò che non è “cloud”.
Cloud che peraltro vuol dire “nuvola”…voi vi fidereste ad affidare tutto ad una nuvola, che per sua natura è passeggera?

Tralasciando l’aspetto tecnologico, oggi vi parlerò dell’importanza di tenere un Diario personale, che in questa sede ho focalizzato sull’aspetto del Viaggio.
Questo Viaggio non è da intendersi come avventura, gita o vacanza. In tal caso non avrei messo la V maiuscola, ovviamente.
Qui si parla del Viaggio della vostra Anima.

In cosa differisce da un normale diario personale?
Non vi differisce molto in effetti, se non nei contenuti.

Se su un normale diario (io ne scrivo da quando avevo 17 anni!) possiamo parlare di ciò che vogliamo, come fosse un caro e fidato amico – il che è comunque un’esperienza bellissima e liberatoria che consiglio! – sul Diario di Viaggio scriveremo tutto ciò che viviamo nei momenti più particolari, spirituali e mistici che le esperienze di un certo tipo ci portano.

Su di esso potremo annotare esperienze di vita, incontri speciali, emozioni, pensieri, sensazioni fisiche, ricordi, frasi d’ispirazione, visioni, rivelazioni…chi più ne ha più ne metta!
Innanzitutto serve per mantenere una traccia di tutte le vostre esperienze più significative ed evolutive. Secondo, in esso potrete osservare il succedersi del vostro percorso personale, i vostri cambiamenti più importanti, i nodi ancora da scigliere.

Quando rileggerete vecchie pagine vi renderete conto che…il vostro è stato – ed è – un Viaggio!
E’ come guardarsi allo specchio osservando tutti i “sè” del passato fino ad oggi.
E potrete sempre decidere, un giorno, di bruciarlo in modo rituale, se desidererete lasciar andare tutte quelle “vecchie” versioni di voi. Questa è una cosa che spesso spaventa, perchè ci fa sentire come se cancellassimo il nostro passato, la nostra storia personale…ma questo è impossibile: siete sempre VOI, e lo siete nelle vostre cellule, nel vostro DNA,nei vostri atomi. E questo non cambierà mai.

Memoria olfattiva

Memoria olfattiva
– (re)impariamo a sentire –

Pomodori
Un tempo vedere era credere, poichè il cervello comprendeva attraverso l’elaborazione da parte di tutti i sensi.
Oggi non riusciamo ad elaborare l’enorme quantità di stimoli con cui siamo bombardati (spesso soltanto visivi e uditivi, ma per via indiretta), e così il cervello finisce per “credere e basta“, basandosi su ciò che ha a disposizione.
Così crediamo a ciò che ci viene detto e fatto vedere, senza averne una reale esperienza diretta: usiamo i sensi di altre persone, fidandoci.

Lo stress visivo è molto sottovalutato, ma la qualità delle informazioni che si ricevono è di vitale importanza.
E non intendo vitale in quanto altrimenti se ne muore, ma lo intendo come fondamentale per una buona vita.
La globalizzazione e internet hanno portato innumerevoli vantaggi, ma anche la tecnologia – come ogni cosa del resto – porta con sè il suo lato ombra: la lontananza e la mancanza di sensazioni reali.

Assuefarsi alla tecnologia porta all’allontanamento dalla vita reale, ossia ad un isolamento camuffato da “social-ità” virtuale. E isolarsi arresta il progresso dettato dalla necessità, oltre che dividere e rendere più controllabile la gente.
Da qui il passo è breve verso la fine delle relazioni e della civiltà stessa. Del resto il mito di Atlantide insegna.

Come sempre la via di mezzo è quella giusta: gustare sia il piacere di poter comunicare con una persona dall’altra faccia della terra in modo immediato e simultaneo (pensate quando si potevano solo scrivere le lettere!), ma anche saper staccare dal mondo ed immergersi in sè stessi, nel silenzio della meditazione o anche nella bellezza della natura e, perchè no, delle buone relazioni.

Cos’è la memoria olfattiva

In tutto ciò vorrei porre attenzione particolare sull’olfatto.
Vi stupirete di come certi odori riportino alla vostra memoria gli episodi più antichi della vostra gioventù, in modo più potente che non ricordandoli o tramite una fotografia!
Per me sono i pomodori che sanno di terra.
Gli odori sono in grado di riportare alla memoria episodi che ci hanno coinvolti in prima persona, riattivando le emozioni vissute in un determinato momento della nostra vita. Questo accade in quanto l’olfatto rappresenta il senso che maggiormente incide sul nostro inconscio, con la vicinanza anatomica del sistema olfattivo alle strutture deputate alle emozioni e alla memoria, ossia l’amigdala e l’ippocampo.
Gli odori verrebbero infatti archiviati assieme alle sensazioni vissute in una particolare situazione.
Questa curiosa funzione è anche chiamata “sindrome di Proust“, dallo scrittore Marcel Proust che per primo descrisse questa esperienza.